mercoledì 1 luglio 2015

Il dialetto della vita






Il testo che qui pubblichiamo è  la prefazione di Bonifacio Vincenzi alla silloge poetica di Pasquale Montalto, edita recentemente da Apollo Edizioni. Il volume, tra l’altro, è il sesto della collana “Chatila” e contiene una doppia silloge: Il dialetto della vita di Pasquale Montalto e  Il Sogno La Vita La Bellezza di Domenico Tucci. 



Pasquale Montalto condivide il dialetto della vita con le parole dell’amore
di Bonifacio Vincenzi


Sono uomo:duro poco/ ed è enorme la notte./ Ma guardo verso l’alto:/ le stelle scrivono./ Senza intendere comprendo:/ sono anche scrittura/ e in questo stesso istante/ qualcuno mi sillaba.”
In questi pochi e significativi versi di Octavio Paz sta tutto l’operare del poeta. C’è dell’altro,  però. L’Uomo e l’Universo, per esempio. L’uno di fronte all’altro, così spaventosamente  diversi. Il limite e la dimensione senza limiti. Il tempo limitato della vita e, dall’altra parte, il tempo che si annulla perché diventa relativo.
Poi c’è la poesia che recupera questo strappo raccontando  l’istante a suo modo, tenendo conto della ragione,  ma andando  oltre, cogliendo nel silenzio il senso ma anche ciò che viene prima e dopo il senso.
Chi conosce Pasquale Montalto sa del suo rapporto intimo profondo con la poesia. Scrivere per lui è un atto di fede, è un impegno irrinunciabile,  è scavalcare le chiusure,  è battere i tasti dell’amore e della pace.
D’altronde, ci sono due tipi di persone al mondo: quelli che vivono rivolti verso la morte e quelli che vivono rivolti verso l’amore. Montalto ha scelto di vivere rivolto verso l’amore. Ma l’amore è possibile viverlo solo qui e ora. Non si può amare nel passato né nel futuro. Si può amare solo qui e ora.
La poesia è un atto d’amore, coglie l’attimo del qui e ora. Per Pasquale Montalto nel cuore e nella poesia anche il dolore non è mai definitivo e opprimente ma può mutare e trasformasi improvvisamente  e in quell’attimo che arriva,/ dove la vita cambia registro,/ col fiore del ciliegio/ e il sapore del melograno,/ sull’odorosa brezza della pigna,/ si rinnova la ragione del vivere.”
L’uomo consapevole e il poeta sanno che l’inferno in questo mondo non smette mai di ardere, non si è mai al sicuro dal male e dall’angoscia, ma è  proprio in questi momenti che magica speranza,appare la poesia,/ che puntuale filtra nello spazio nero,/ non per scriverla, ma per essere ascoltata,/ e per seguire il tracciato di una parola,/ che non è più parola al vento,/ ma sincerità di cuore …”
Nel dialetto della vita la condivisione è la parola più importante. L’amore, per avere senso, bisogna poterlo condividere attraverso la poesia, attraverso i gesti semplici del dare. Condividere è una delle grandi virtù spirituali.
Il poeta Montalto condivide ciò che è, condivide ciò che fa. Condivide l’Amore, condivide la Bellezza, condivide la Speranza, condivide il suo continuo e immutato Stupore. Lo fa attraverso la parola vera, bella, libera, giusta.
Nel dialetto della vita l’amore è nel volto delle madri, è nel risveglio  di ogni giorno ed è sempre capace di tutelare una vita senza ego, una vita umile, una vita semplice, una vita in cui Dio e l’Umanità possano vivere. Nel dialetto della vita il sentire è capace di armonizzare il giusto modo di pensare.
Scriveva Edmond Jabès che “esistere è aprirsi progressivamente alla condivisione. È condividere la vita con la vita, la gioia con la gioia, il dolore col dolore, la morte con la morte. Insomma, l’istante con l’istante.”
Pasquale Montalto condivide una visione della vita nella sua totalità. L’accetta per quella che è anche se si riserva, attraverso la poesia, di cogliere ed elevare tutte quelle manifestazioni capaci di riscaldare il cuore.
C’è luce nei suoi versi. Ci sono i profumi, ci sono i colori, c’è l’aura nei luoghi, nelle persone e nelle cose. Alla fine ciò che lui profondamente vuole, senza eccessive pretese, è che il posto in cui vive diventi più vivo è più bello, più in sintonia con il suo cuore.
Il sentiero che lui percorre è semplice ed è facile e tutto ciò che gli occorre per vivere bene e per vivere meglio, è questa suo profondo rapporto con la vita e con la poesia perché, come lui stesso confessa in questi versi: “senza pensieri, senza pretese,/ sono gli anni/ del dialogo con me stesso./ E ho allontanato il mio designato destino/ per costruire e aprire la via/ alla grande ricchezza/ e al potere di immaginare/ un domani diverso./ Sono pronto a seguirti/ e amarti in verità e libertà,/ mia essenziale leggerezza,/ centro dell’anima ispirata, SE’,/ che nella giocosità della gioia/ravvivi di fantasia il mio cuore felice.


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