martedì 14 luglio 2015

Nuova luna







Lorenza Ferrari:
un nitido disegno creativo poetico ed umano
di Bonifacio Vincenzi



“Significativa  è l’irradiazione poetica in questo itinerario creativo di Lorenza Ferrari. Significativo e sorprendente il suo ri-viversi sulla pagina, nel verso. E poi c’è il tempo. Equivoco, dondolante. E poi c’è lei che costringe i suoni, gli odori, le immagini e tutto ciò che è passato a riapparire in una estensione poetica  fatta di magica bellezza,  di conversione in amore rigenerato dall’assenza. C’è un orizzonte creato da altri occhi, presenti e assenti,  dove lei completa il suo volo. C’è una rete di riflessi condizionati che viene dal cuore. È poesia tutto ciò? Forse è qualcosa di più. Qualcosa che viene da lontano. Una felicità intima, un fuoco che non  brucia ma che abbaglia,dove tutto, nell’essenza, ritorna  ed è esattamente uguale a quello che si è già vissuto.”

Il rimando evidenzia quello che ho già scritto nella quarta di copertina di questa sorprendente opera prima della poetessa  Lorenza Ferrari.  Sorprendente non soltanto perché la raccolta in questione, Nuova Luna;  edita da Aljon Editrice di Mariagrazia Scarnecchia, è risultata vincitrice, guadagnandosi la relativa pubblicazione, della prima edizione del Premio Letterario Nazionale Massimo Tamburi – accarezza un sogno … , per autori under 35; ma anche per la capacità dell’autrice di presentarsi subito ai suoi lettori con una non comune, trattandosi di un’opera di esordio,  solidità di immagini e di metafore, in un nitido disegno creativo poetico ed umano. 

                                              
                               


L’aver scritto già una nota che viaggia insieme al testo condiziona e non poco questo mio breve ed ulteriore intervento. Ho già parlato del tempo e di quell’amore rigenerato dall’assenza che insegue i passi nel silenzio, come a voler rivivere quella vita cullata nei ricordi. Ma ci sarebbe ancora molto da dire perché la vita della poesia ogni giorno travalica la sensazione da cui si origina, varca il sentire e il suo esprimersi, va verso l’abbaglio del quotidiano e ritorna a sé, diversa …
Quella che ero/ appesa per aria,/ legata al mio volo di strega pazza,/ venduta ho l’anima pur di averti/ davanti a tutti/ non mi importa,/ fessura/ lama/ punto,/ arco massimo,/ caucciù la mia schiena,/ volere, volere te./ Vendermi al diavolo,/ buttare via il resto./ Inesistenza di un ragionamento./ Salto altissima,/ oltre il non ritorno./ La tua voce lontana ora. (…)”

Tutto è così profondamente cercato, voluto: nessuna esitazione, la poesia vola alta, libera  è l’anima dalla zavorra, non ci sono più pesi a trattenere in  basso. Magia della poesia, quando c’è, quando il respiro è così ampio da farsi urgenza di aderire ai tempi dell’intreccio …
“ (…) Il mio volo si abbatte/ alla tua ricerca./ È un solco, è un arco,/ è un volo in te./ La pretesa folle/ di un volo in me./ Cercami!/ Nell’estrema irruenza dell’arrivo, / la dolcezza delle tue mani./ Non c’è mistero quando ti respiro,/ tutto è chiaro e ti ritrovo … (Diavolessa).

Per amore, certo. E per tutti i panorami che dai quattro occhi guardano dal cuore la vita e il mondo. A sguardi unificati, Lorenza Ferrari questo lo sa bene,  non c’è tempo per la “posa”. Si è straordinariamente vivi e neppure importa di saperlo.

Foto: Lorenza Ferrari premiata da Mariagrazia Scarnecchia (a sinistra) e da Rosa Adduci, madre di Massimo Tamburi

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