Il libro di Rosa Melandri:
gioie e dolori di un’opera prima
di
Bonifacio Vincenzi
Il
compito di un piccolo editore come Macabor, che con pochi mezzi cerca di fare
un lavoro serio e importante, è quello di scoprire anche nuove voci, nuovi talenti. E di farlo
con onestà, cercando sempre di compiere le scelte giuste.
Poi
ci sono i veleni che in questo ambiente non mancano. Ma anche per questi
inevitabili “effetti collaterali” ho imparato a gestire, nel corso della mia
lunga esperienza, un certo livore che mi veniva spontaneo esternare e, per quanto
difficile possa sembrare, anche a comprendere certe prese di posizioni esterne
a volte molto discutibili.
Soprattutto
quando i veleni venivano dall’ambiente locale.
Ad
aiutarmi è stato l’abitudine di un animale che da secoli è considerato il
grande amico dell’uomo. Ebbene l’abitudine di questo straordinario animale è
quello di marcare il territorio con un gesto noto a tutti e che non sto qui a
sottolineare.
In
questo gesto che sembra apparentemente minaccioso c’è, invece, qualcosa di più
profondo. Un senso di protezione per una famiglia, per un piccolo mondo a cui
si è legati e che si sente, in qualche modo, di proteggere.
Ma la
cosa bella di questo animale è che quando riconosce che nel nuovo visitatore non c’è
ostilità, lo accoglie poi senza nessun problema.
Da
quest’ottica anche certi veleni occulti possono essere compresi perché, a
maggior ragione parliamo di persone e non di animali. Parliamo di uomini di
cultura che comunque portano dentro una sensibilità non comune abituata, a
lungo termine, a vincere su tutto.
Divagazioni,
naturalmente, queste mie che alla fine sono funzionali a questa presentazione
di un’opera prima, appunto, che inevitabilmente dovrà confrontarsi, oltre alla
gioia e l’emozione che porta, anche con tutto questo di cui ho appena parlato.
L’opera
prima di cui intendo parlarvi è La farfalla giramondo e altre storie
di Rosa Melandri, edito recentemente da Macabor.
Ho
fatto centinaia di recensioni nella mia lunga vita letteraria ma questa volta
ho deciso di regalarvi non le mie parole su questo libro, ma un piccolo respiro
di ogni racconto presente in questo testo…
Matilde, e non era mai capitato prima, ha
un improvviso moto di altruismo. Capisce in quel preciso istante di non aver
più bisogno di giocare con la sua bambola. Ferma la bimba e con dolcezza le
dice:
“Aspetta, perché non la tieni tu? La
piccola Stefy ora è tua. Non vedi quanto è felice di stare con te!”.
“Dici sul serio?” chiede piena di gioia.
“Grazie. Che bello, corro in giardino a giocarci!”.
“Ora è tutto chiaro” pensa fra se’ Matilde.
“Aveva ragione la mamma. È bello fare del bene. Donare a chi è meno fortunato
di noi.”
da Una lezione di vita per Matilde
“Frugate nelle mie tasche, dovrebbe esserci
un flauto magico e un sacchettino con dentro una polvere di stelle. Bene, per
prima cosa uscite fuori e suonate per tre volte il flauto. La sua dolce melodia
è un richiamo per le mie renne. Appena lo udiranno si alzeranno in volo per
venire da me. Subito dopo spargete a terra la polvere di stelle. La sua luce
indicherà loro il punto esatto in cui siamo.”
I tre scoiattolini obbediscono. Sono
piccoli ed esili e non hanno tanto fiato così decidono di suonare il flauto una
volta a testa. Subito dopo versano la polvere di stelle attorno alla grotta di
pietra e rientrano.
da Tre scoiattoli salvano il Natale
“Sei la mia unica amica, sarò triste
all’idea di non poterti più rivedere.”
Tina, rincuorandola, risponde:
“Potrai rincontrarmi in tutte le giornate
d’estate, quelle limpide, col sole alto. Alza gli occhi al cielo. Sarò lì. Ora
esci. Vivi intensamente la tua vita, amica mia. Conosci il mondo, realizza i
tuoi sogni, riempi la tua anima. Non privarti di nulla. Il tempo trascorso
insieme è stato breve, ma il mio ricordo ti accompagnerà per l’eternità.”
E, felice, fluttuò in quell’azzurro
infinito.
da Tina, la farfalla giramondo
Lucky è un cucciolo di rinocorno e ha
qualcosa di diverso da tutti loro: è unico e ancora non lo sa.
Passano i giorni e tutto diventa ostile per
lui.
“Come sei brutto!” gridano ridendo i
folletti.
“Di sicuro pesante come sei non potrai mai
volare o galoppare,” aggiungono con cattiveria. Oltretutto, mentre gli altri
unicorni hanno il potere speciale di apparire in sogno a tutti i bimbi buoni e
renderli felici scacciando le loro paure più profonde, il povero rinocorno non
può. A causa del suo brutto aspetto, questi scappano impauriti.
da La rivincita del rinocorno porta sfortuna
Marmotta, ghiro e riccio escogitano un
piano: costruiscono un enorme aquilone rosso e resistente, lo legano con un
filo alle sue zampe ed ali e aspettano che ci sia un po’ di vento per farlo
alzare in volo, as-sicurandosi di tenere sempre saldo l’altro capo del filo.
Zampettando, zampettando, attraversano
tutti e quattro la campagna.
Vanessa è emozionatissima. Se il piano
funziona, potrà di nuovo liberarsi nell’aria. Salgono sul ciglio di un dirupo e
al momento giusto i tre animaletti la spingono giù. Nel vuoto. Dapprima si
sente tirar giù, ma prima di rendersene conto va su e poi più su e inizia a
volteggiare nell’aria.
Ce l’ha fatta! E’ di nuovo libera.
da Vanessa, la cicogna-aquilone
“Tu, farfalla, sei troppo piccola e
insignificante. Nessuno ti noterà. Tu, lepre, sei poco femminile, per nulla
aggraziata, farai una figuraccia. E tu, elefante, troppo pesante. Sono io la
più bella … hic (singhiozzo)… Ho un collo e delle zampe lunghissime… hic… Il
mio mantello è giallo con delle macchie di un colore un po’ più scuro… hic… La
mia testa sottile ed elegante… hic… Nessuno può egua-gliare la mia bellezza, la
mia leggerezza e il mio portamento,” ripeteva piena di se’.
E più continuava ad elevare il suo ego, più
ogni sua parola era accompagnata da un fastidiosissimo e incessante singhiozzo.
da La giraffa Raffaella e il suo singhiozzo
Ecco,
un buon libro di fiabe può parlare da solo. Non ha bisogno né di essere lodato né
tantomeno di essere denigrato. Parla benissimo da solo e sa farsi sempre
riconoscere dai suoi amati lettori.