Alessia
Fava:
poesie
di una madre
di Bonifacio Vincenzi
“ s’insinua dorato un canto d’arance al
mattino/ pieno di te, intrecciato di erba alla gola su pelle/ di vetro che cade
alle mani e si schiude// la fronte è sommersa da gigli in scintille/ di fede,
torrenti infuocati pulsanti alla foce”
Una
festa per lo sguardo. Molto di più. Una dichiarazione d’amore immenso al
proprio figlio. Amore di bambina, di donna, di madre. Amore che riempie la
voce, gli occhi, i pensieri. Amore che contagia la vita.
Lei,
la madre, è Alessia Fava. Ma è anche poeta che ingurgita “strascichi di versi” che si
fanno libro, questo libro: Cantami cose
di terra (LietoColle).
“La
poesia – scrive Silvio Raffo nella prefazione -
rivitalizza, rigenera anche cantando la lacerazione della nascita, l’irraggiungibilità
dell’altro divenuto creatura autonoma, ‘il guizzo verticale della sofferenza’.”
La
grande capacità di Alessia Fava è quella di riuscire a comunicare l’emozione,
di mostrare aperto e instancabile il senso della gioia nell’esperienza del suo
sentirsi ed essere madre; di saperlo fare con parole poeticamente vive:
“restami nel fiato d’eterno in trame d’azzurro
col cuore/ di ieri cucito ai miei giorni e cadimi ancora più dentro// sei dal
volto alle dita il senso rotondo, il viaggio/ l’alba di ventre bruciante, il
vascello perso alle braccia/ di desiderio tremante, eretto in questa mia stanza
d’ambra”
Il
grande privilegio di chi legge, invece, è tutto da scoprire nel risveglio di
quella parte di sé che, per dirla con Pessoa,
ci fa guardare, nei momenti di gioia, la
vita come una sete soddisfatta.
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