Album
di famiglia di Carmela Mantegna
Un invito a rivivere il proprio passato
di Giuseppe
Perpiglia
Non sono un lettore compulsivo, anche se leggo
parecchio, ma questo agile volumetto è stato divorato in pochissimo tempo. La
sensazione è stata molto strana, una sensazione che non mi era mai capitato di
provare. Sembrava di leggere qualcosa di evanescente, tanto leggero da sembrare
impalpabile, qualcosa che non dovesse lasciare traccia lacuna. Mi sono reso
subito conto, però, che quelle parole e quelle frasi impresse nella carta si
erano impresse parimenti anche nel mio animo, avevano lasciato qualche cosa
dentro. È stato come leggere, anzi come rivivere la mia vita e i miei ricordi.
È stato come ritrovare vecchi amici che, anche se non vedi da molti anni, ti
sembra di non aver mai lasciato.
In questo romanzo Carmela Mantegna ha dimostrato la stessa
abilità che Gemma riconosce alla madre ed alle sue foto, quella, cioè, di aver
catturato frammenti di anima, presentando tante figurine in grado di comporre
l’unico grande album della vita di ognuno di noi.
Dalle pagine del racconto si sprigionano ricordi e
profumi, perché, come dice l’autrice, ogni ricordo porta con sé un profumo. Ma
si percepiscono anche sapori ormai perduti, quei sapori che solo un bambino può
sentire ed in ognuno di noi è sempre presente il bambino che è stato. Si tratta
di ricordi, profumi e sapori che formano la nostra identità ed il nostro essere
e per questo sono universali, per cui ognuno può ritrovarsi in essi.
Il racconto della Mantegna poggia sui ricordi, ma non è
un’opera nostalgica dei bei tempi andati, al contrario, è un invito, seppure
indiretto, a rivivere il proprio passato, ripercorrere i propri passi per
affrontare con più sicurezza, determinazione e consapevolezza l’oggi, guardando
al futuro con maggiore ottimismo perché, cito ancora l’Autrice, i ricordi
continua ad amarli per tutta la vita, ma lasciali andare. È un rinvigorire le
proprie radici per far sì che i rami del nostro vivere quotidiano siano più
forti e frondosi, maggiormente in grado di resistere alle intemperie ed alle
ingiurie del tempo.
I personaggi sono pochi ed appena abbozzati, a parte
Gemma, ma ognuno di essi è un archetipo, un micro mondo, il tassello di un
puzzle esistenziale che ha caratterizzato la vita di intere generazioni. Un
modo di affrontare l’esistenza con un’accezione olistica, contrapposta
all’iperspecializzazione imperante e spersonalizzante di oggi, in simbiosi con
le persone e l’ambiente circostante, dove le cose si impregnano dell’esistenza
degli abitanti, mantenendone per sempre le tracce.
È un volume da leggere e rileggere per aprire nuovi
scenari del cuore e nuovi squarci nell’anima ed assaporare sempre più i valori
pregnanti che ci fanno vivere un’esistenza degna di essere vissuta, perché
capace di gratificare ed appagare lo spirito.
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