La forza della rivelazione
nella nuova raccolta di poesia di Marta
Celio
di Bonifacio
Vincenzi
Padovana,
laurea in filosofia teoretica sul concetto di Vita e Responsabilità in Hans
Jonas, la poetica di Marta Celio si nutre della letteratura classica e
contemporanea ma anche e soprattutto da questa sua formazione filosofica che la
porta agli sperimentalismi più azzardati e che la mettono a stretto contatto
con l’arte contemporanea.
Anche
in questa sua nuova raccolta di poesia, Altrove, edita da Macabor, la Celio
rimane fedele a questa sua idea.
Umberto
Curi, che ha prefato la raccolta, giustamente e acutamente annota tra l’altro
che: “Nelle liriche di Marta, il nesso fra poesia e pensiero – ovvero, se si
preferisce il richiamo aristotelico, il carattere “più filosofico” del poetare
– non è il risultato di un progetto premeditato, né è l’esito di un’opzione
intellettualistica. Non si tratta, infatti, di conferire valenza universale ai
versi, assecondando un disegno astratto di mutua compenetrazione fra il
pensiero e la poesia. (…)La strada delineata dall’autrice è un’altra – più
accidentata e arrischiata, ma anche più originale e affascinante. Restituire
alla parola la forza della rivelazione. Liberare il “dire” poetico da ogni
vincolo predeterminato. Lasciare che il flusso del pensiero si manifesti nella
sua immediatezza, senza l’assillo del “significato”, senza il dispotismo della
grammatica o l’ordine asettico della sintassi.”
Questa
forza della rivelazione è volta all’insegna
di squarciare l'impenetrabile oscurità e dare largo agli affetti, alle voci
familiari, alle cronache minime della vita che si accrescono nel viaggio
esistenziale. La pagina è il luogo ideale
per favorire la rivelazione perché dove finisce il suo biancore incomincia il battito del cuore.
E negli spazi di questi battiti l’autrice
accende la luminaria del suo stare a cavallo tra il me di me/e l’altro/l’altrove.
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