Giovanni Dino:
i poeti al tempo
della crisi
di
Bonifacio Vincenzi
Nel mese di settembre del
2015 è uscito, edito dalla Fondazione Thule Cultura, a cura di Giovanni Dino,
il volume antologico di poesia I poeti e
la crisi.
Ma perché Giovanni Dino ha
deciso di raccogliere in un volume di trecento
pagine circa duecento poesie che parlano della crisi che ha toccato il nostro
Paese? Qual è il significato che ha voluto dare a questa interessante
operazione editoriale?
Bene, nella lunga nota del
curatore che apre il libro, Giovanni Dino chiarisce molto bene quale sono state
le motivazioni che lo hanno spinto a iniziare e portare a termine questo
progetto, probabilmente, unico nel suo genere.
“Con I poeti e la crisi – scrive
Dino – abbiamo voluto proporre un’operazione culturale, rivolti ad autori desti
e coraggiosi, disposti ad un impegno creativo, ma anche – e perché no? –
foriero di stimolanti idee e consigli, di qualche utile suggerimento, che in
ogni caso aiutasse a riflettere, a prendere coscienza, in modo pacifico e
democratico, di un grave problema del Paese. La poesia ha sempre qualche
risorsa impensabile. Dunque non un coro di lamentazioni, non uno sfogatoio
personale e collettivo, non uno strumento di guerra e di vendetta, né
un’occasione per puntare l’indice verso qualcuno o qualcosa. Nemmeno
un’occasione per una poesia incipriata per ritrovarsi dentro a un libro come in
un club, per leggersi e farsi leggere. Abbiamo voluto che fosse un documento
– testimonianza, un modo di scendere in campo. E anche una risposta a chi,
fra venti o trent’anni, si trovasse a chiedersi cosa avessero fatto i poeti di
oggi in un’Italia investita da un uragano, prostrata da un impoverimento di
massa.”
Non è possibile,
certamente, parlare delle poesie dei tanti poeti inseriti nel libro, ma ci
sembra opportuno sceglierne, simbolicamente, una della grande poetessa italiana
Alda Merini. Giovanni Dino della Merini ha pubblicato due poesie. E di queste due, noi
abbiamo molto apprezzato I poeti lavorano
di notte che c’è sembrata, visto il tema trattato, molto significativa: “I poeti lavorano di notte/ quando il tempo
non urge su di loro,/ quando tace il rumore della folla/ e termina il
linciaggio delle ore.// I poeti lavorano nel buio/ come falchi notturni od
usignoli/ dal dolcissimo canto/ e temono di offendere Iddio.// Ma i poeti, nel
loro silenzio/ fanno ben più rumore/ di una dorata cupola di stelle.”
Non è possibile, in questa
breve nota, citare i tanti autori importanti che Dino ha inserito e che con le
loro poesie hanno reso pregevole questo libro. Poeti, tanto per fare qualche
nome, come Amedeo Anelli, Mariella Bettarini, Donatella Bisutti, Anna Maria
Curci, Guido Oldani, Alessandro Ramberti, Nazario Pardini, Daniele Giancane,(che
nel panorama della poesia italiana hanno peso e valore), nel dare la loro
adesione a questa operazione culturale ,
hanno riconosciuto l’ammirevole sforzo di Giovanni Dino che con questo agile
volume, al di là di ogni considerazione di contenuti o, come si suol dire, di
messaggi, dimostra come la parola, in questo caso, abbia un peso sì di assoluta
essenzialità poetica ma come rappresenti anche una sorta di mosaico
significativo della nostra quotidianità al tempo della crisi, e proprio perché
mosaico, apprezzabile nel suo rivelarsi, alla fine, in una visione di perfetta
unità.
Nessun commento:
Posta un commento