Progetto "Gialla":
l’anima musicale di
Maddalena Lotter
di
Bonifacio Vincenzi
Il ruolo del giovane poeta
contemporaneo continua ad implicare una inutile
e dannosa frequentazione di un
limitato mondo, espressione quasi sempre di un singolo la cui nomea diventa, in
un certo senso, garanzia della stessa
esistenza del poeta non ancora noto, in un panorama comunque limitato alla
prospettiva di appartenenza.
È triste vedere
soprattutto i giovani disattivare il proprio talento perché forti di un punto
di arrivo ottenuto troppo presto e che, in realtà, è solo apparente. In Natura
si sa che chi sceglie di appartenere ad un branco
vive sì protetto ma anche totalmente
asservito al capobranco.
Così in Letteratura. La
storia la scrivono i capibranco e la
loro forza in larga parte è direttamente proporzionale al numero di seguaci che
riescono ad avere e in minima parte al loro valore che spesso è comunque
discutibile.
Bisognerebbe cominciare a
pensare molto seriamente che la Letteratura ha poco a che fare con certe regole
tribali e che uno scrittore e un poeta di valore per essere degno del suo
talento deve avere come prima regola quella di abbandonare la foresta, consapevole che già
questa decisione presuppone un lungo e tormentato attraversamento in
solitudine nel deserto dove, nella difficoltà stessa del percorso, resistenza e
determinazione diventano fondamentali per guadagnarsi l’accesso al
proprio talento.
Ma pare che sia regola
comune, soprattutto in molti giovani, credere che l’esperienza si possa tranquillamente
superare cercando, nell’ambiente letterario, un capobranco che ti accolga nel suo gruppo e, una volta all’interno,
tentare di guadagnare ( in qualsiasi modo e a qualsiasi costo) posizioni per conquistare
la sua fiducia.
C’è poco da risentirsi è
così che funziona nell’ambiente letterario e chi voglia far credere il
contrario mente sapendo di mentire. E questo succede perché ci sono pochissime
occasioni sane che permettono a un giovane poeta o a un giovane scrittore di
verificare, confrontandosi, il proprio valore.
Ecco perché ritengo il Progetto Gialla di LietoColle e
Pordenonelegge, un progetto sano,
importante, edificato sui valori; un progetto da accogliere con entusiasmo, sperando che diventi un
esempio da seguire nel prossimo futuro affinché nascano numerose iniziative
simili in tutta la penisola. La direzione della collana è stata affidata ad
Augusto Pivanti, una garanzia per serietà, sensibilità e competenza. Otto sono
stati i giovani poeti pubblicati finora: Tommaso Di Dio, Clery Celeste, Giulio
Viano, Giulia Rusconi, Sebastiano Gatto, Maddalena Lotter, Daniele Mencarelli,
Greta Rosso.
In questa particolare
occasione parlerò brevemente della raccolta di poesie di Maddalena Lotter, Verticale (LietoColle, 2015).
Maddalena Lotter è nata
nel 1990 a Venezia, dove vive. È diplomata in flauto traverso presso il
Conservatorio di Venezia e laureata in lettere antiche presso l’Università Ca’
Foscari. Nel 2014 ha vinto il primo premio al Premio Teglio poesia (sezione under
40) con una silloge inedita; alcuni suoi testi sono raccolti nella
antologia Post ‘900, lirici e narrativi (Ladolfi, 2015).
“Una sera si stava al sicuro in veranda/ e qualcuno iniziò a raccontare;/
nelle pause narrative e quando per poco/ si rimaneva in silenzio e la radura/ circostante
non emetteva suono,/ i grilli stranamente zitti /e quando pareva inabitato/ anche
l’ultimo filo d’erba,/era chiaro allora che niente è vuoto/ e a ben guardare
nell’umido della notte/ si affollavano
presenze, una sull’altra/ ascoltavano le storie e a noi/ quasi non era dato
respirare.” (Presenze)
Si può partire
tranquillamente da questa poesia per notare come il discorso poetico della
Lotter sia, per certi aspetti, legato totalmente al fascino del qui e adesso, dove tutto si riesce a
cogliere con un grado elevato di emozione e stupore.
E ancora:
“Eravamo in tre/ a penzolare sull’amaca/ nell’età del nulla, il mondo in
attesa di noi./ A volte un amico si perde altrove/ senza un perché./ Ora vivi
avanti indietro in una stanza/ dove cammini bianca/ incerta con le tue dita
d’elfo,/ ma ci sono ancora io a ricordarti/ magra e sedicenne nel frutteto/ quando
cantavi Moon River/ raccogliendo i fichi.” (Moon River)
C’è magia nei suoi versi
ancora così fortemente legati all’età del
nulla dove il tutto poteva
manifestarsi nello stupore dello sguardo e non era importante capire il senso:
la vita era lì insieme a te, discreta, a immaginare un mondo in attesa di
essere esplorato.
L’anima poetica della
Lotter è un’anima musicale da vivere e ascoltare attraverso la carezza di uno
sguardo. Non c’è niente da aggiungere. La lettura ha il pregio di risvegliare
emozioni che amano quel tutto che
emerge dall’istante, in un silenzio che parla rivivendo ciò che riposa nel profondo.