sabato 2 giugno 2018

Anatomie e distanze






Un anelito di libertà nei racconti di Michelina Turri
di Bonifacio Vincenzi 

È un esordio che rivela un’autentica vocazione di scrittrice che recupera il piacere di un narrare accendendo flash di immagini che presi anche singolarmente svelano già la loro forza. Un esempio?


Finora non ero mai fuggito. Non l’avevo mai fatto, forse perché volevo corrispondere all’idea del resto del mondo, quell’idea avversa a chi grida forte e vorrebbe andare contro ogni meccanicismo, ogni paura.
Sto correndo, sì! Anche se per voi sono fermo, in silenzio. Anche se non mi muovo.
Corro, assorbo tutto.
Le macchine che passano, la pioggia che sporca invece di purificare, la nebbia, il sole nascosto, i profumi, le voci delle persone che nemmeno mi vedono, confuso in mezzo al caos. Non è il Tutto ad attraversarmi: io attraverso ogni cosa, leggero, etereo, permeabile.
Corro, corro, dimentico, lascio il mio nome nel chiasso della strada.

Michelina Turri, è lei la giovane scrittrice di cui stiamo parlando. Classe 1994, cresce a Sant’Anna di Seminara, un piccolissimo paese situato nell’entroterra della provincia di Reggio Calabria. Attualmente frequenta la facoltà di Medicina e Chirurgia presso l’Università di Tor Vergata, Roma. Il libro pubblicato da Macabor, fedele al suo percorso di vita, si intitola Anatomie e distanze.

Tema costante dei suoi racconti è la ricerca costante di un anelito di libertà, di giovinezza, di scoperta, di voglia di vivere dove traspare, però, una profonda delusione verso un mondo che assorbe, non ti lascia scorrere. Non ti lascia vivere.




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