Il recupero della memoria nel romanzo di Gregorio Marrazzo
di Bonifacio Vincenzi
Poche
settimane fa è uscito il romanzo di Gregorio Marrazzo, Il mondo dopo il circo
edito da Aljon Editrice, nella prestigiosa collana “Il mirto e il lentisco”.
Marrazzo intrecciando affabulazione e
recupero della memoria, ha voluto rielaborare un suo vissuto cercando,
attraverso i personaggi di questo romanzo, una nuova consistenza psicologica dando così a se stesso la possibilità di immergersi
nella magia di un passato mai dimenticato.
La
misura nell’evocazione degli ambienti, la forza nella caratterizzazione di
personaggi come Salvatore e Annuzza fanno di questo libro un’occasione
importante per cogliere alcuni aspetti di una realtà meridionale mai tenera con
i sogni e le speranze …
“Le due donne erano sedute tra l’erbetta e i
fiorellini e si rassettavano reciprocamente i capelli, la brezza li
accarezzava. Parlavano di Salvatore. Annuzza raccontava a Djamila del loro
fidanzamento durato sette anni, di come si conoscessero da quando erano
ragazzini e di come era già tutto pronto per il matrimonio.
“Ti dispiace molto che sia andata
così?”, le chiese Djamila.
Annuzza esitò un attimo prima di
rispondere, poi ridendo disse di no, che non le dispiaceva. Rise anche Djamila.
“Se vuoi sapere se mi è rimasta un po’
di delusione, beh, all’inizio sì, c’è stata, quando ho saputo che si era
sposato con quell’altra. Ma poi ho preso quella delusione e le ho chiesto cosa
volesse da me. Forse, che non mi sposavo più con quell’uomo che è diventato una
specie di demonio?Te la immagini che vita sarebbe stata? Certamente non quella
che io avrei desiderato. O meglio, forse, è la vita che io adesso non
desidererei. Fino a ieri non mi ponevo troppe questioni, l’importante era
sposarsi perché lo fanno tutte, fare subito dei figli e crescerli, avendo cura
di trasmettere loro lo stesso modo di pensare.”
“Adesso non la pensi più così?” le
chiese Djamila.
“No, adesso la penso diversamente,
voglio fare altro, non so ancora precisamente cosa, ma mi sto movendo in una
direzione che sento essere mia, stando con voi sto imparando davvero tanto su
cosa sia scegliere con la propria testa.”
I
personaggi di Marrazzo rivendicano il loro diritto di vivere la propria vita.
Annuzza tentando di percorrere una strada piena di insidie e di scoperte ma che
sente essenzialmente sua; Salvatore, invece, vuole la vita che vogliono tutti,
piena di ricchezze, potere, e tanto altro.
Marrazzo,
insomma, si rivela un osservatore acuto dell’animo umano e un narratore capace
di colpire il cuore e l’intelligenza del lettore.
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