martedì 26 aprile 2016

Tentativi di resistenza all'oblio




L’universo narrativo di Marco Sartorelli
di Bonifacio Vincenzi

Presto feci l’abitudine a sentire implorazioni, a vedere uomini forti, robusti e fieri piegarsi per chiedermi di aiutarli, ad essere scansato e guardato di nascosto per la strada da chi conosceva come guadagnavo un tozzo di pane e qualche pinta di birra. Sopportavo le grida e le lacrime, il sangue che mi  investiva a fiotti e la folla che mi incitava a calare la mannaia.

E ancora:

Martino chiuse gli occhi, tese il braccio e aprì la mano, sforzandosi di non tremare. Una sottile brezza colse la lucciola, che sembrò scossa e tornò a essere. Pulsò, sussultò ancora e volò via accendendo e spegnendo la notte.

Sono brevi respiri narrativi  tratti da Tentativi di resistenza all’oblio, sedici racconti  di Marco Sartorelli, editi recentemente da LietoColle.

Uno sguardo che sembra attratto dai chiaroscuri dove si risaltano i dettagli: vite, variazioni di parti, dimensioni, distanze. Le immagini liquidano e dissolvono il problema dell’anima e dell’interiorità. Un mondo onirico accoglie lo sguardo del lettore che vive ogni racconto quasi in uno stato di dormiveglia. Tutto si compie velocemente e il clima tra una storia e l’altra cambia di poco.

Il tempo è un miraggio. I personaggi si aggrappano allo sguardo del lettore rivendicando la loro vita di carta. Durano il tempo di due o tre fruscii di pagine. E poi ritornano al silenzio.

Vita e morte spesso si confondono in una linea molto simile a quella che in lontananza sembra separare l’oceano dal cielo.

L’universo narrativo di Sartorelli è oscuro, inquietante perché, alla fine, i personaggi volgono quasi sempre le spalle alla Vita.

LietoColle


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