sabato 1 agosto 2015

Il chiarore








Carla Saracino:
il chiarore di un’anima che sa cantare
di Bonifacio Vincenzi


“Non parlare, vita d’una volta./Ogni scrittura sul foglio/della fatica di ricordare/ è dilapidazione, preparazione/alla morte./Sii dentro, sta’ reclusa”

Si può partire tranquillamente da qui, da questa esortazione a tacere, da questa avversione verso il defluire della vita passata, nelle pagine libro. Magari, fermarsi un attimo a riflettere e concludere, che la vita che torna nel libro è altra cosa che ha a che fare con quella parte di noi che vive al buio.

Ma stiamo correndo troppo rischiando di allontanarci da quell’attimo di raccoglimento in cui, nella mobilità del silenzio, la parola oscilla nelle vibrazioni della poesia. Parola che non attende e non sosta. Parola che alla fine non dilapida nulla e nulla salva. È solo poesia, amici. Straordinaria voce dall’ accorato silenzio di una donna immersa in una notte senza tempo dove il “tutto” che la riguarda si dibatte. Questa donna ha un nome che coincide con il suo cuore: Carla Saracino. E ha immolato un altro pezzo della sua “vita d’una volta”  in questa sua nuova silloge, Il chiarore, edita da LietoColle.
“La sua voce femmina e unica”, voce poetica la cui “infermità” spinge ad attraversare lo specchio per evidenziare altrove la propria visibilità splendente, il divenire senza più segreti …



Hanno detto di procedere per sentimenti./Di figurarsi il tempo entro certi particolari/che la vita occasionalmente ruba./ Ma noi non sapevamo che vita fosse una vita dimenticata.

Nel cuore di questa sottrazione la consapevolezza  lega la sua resa all’inclinazione. Una fede inconscia sostiene i termini di una nuova risurrezione (senza gioia) che è nella poesia.

Non c’è pace, però, o se c’è, è solo un abbaglio. La poesia, infatti, non mira a ricostruire l’unità né risolve l’inquieto pulsare della sofferenza: è solo un modo per  mettere un piede nel nulla ...


Essere in tanti dentro se stessi, una volta sola negli altri.
Dunque, è negli altri l’umana salvezza, nella loro testimonianza l’unica possibilità di avere un’idea di ciò che eravamo, che siamo e che saremo?

Parole, sono solo parole che cercano un dialogo silenzioso e appagante con questo bellissimo libro di poesie di Carla Saracino. Parole sussurrate accanto già vissute e da vivere ancora nel chiarore di un’anima che sa cantare.



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