giovedì 2 aprile 2009

Intervista a Pierino Gallo


















Intervista a Pierino Gallo
di Rosanna D'Agostino
1) Dalle poesie dell’“Attesa” e dell’incanto alle “Geometrie dell’inganno”. Cosa succede nell’anima del poeta?
Che sia inconsapevole o cosciente, una lievitazione attraversa la nostra vita lasciandoci dolcezze e dissapori, tramutando le aspettative in realizzazioni. E a volte ci si accorge che qualcosa ci ha ingannato e che non era ciò che si profilava nell’attesa.

2) Attraverso le maschere cui molti dei tuoi versi sono ispirati passano l’inganno e la rivelazione della verità. Gallo come poeta e come uomo si maschera per rivelarsi?
Il sottotitolo della raccolta “Geometrie dell’inganno” recita: ovvero i soavi licor e i succhi amari. La citazione volutamente tassiana declina la duplicità dell’oggetto “maschera” e il confronto dialettico di rivelazione e nascondimento che ognuno di noi intraprende con se stesso. È necessario passare attraverso la mediazione di un velo quando si vuole mettere a nudo qualcosa di così profondo come la nostra individualità e i nostri sentimenti. Tutto ciò indipendentemente dalla scrittura di versi o meno.

3) Dalle maschere e dall’inganno, in fondo, nasce una nuova poesia, un novo incanto.: lo scrivere versi -come tu dici- senza sapere di farlo. Come avviene ciò?
Non ho mai pensato che fosse possibile definirsi “Poeta” in prima persona. Oltre che atto naturale e connaturale al nostro individuale modo di vivere, la poesia è un codice per il quale dobbiamo necessariamente passare per determinati tipi di comunicazione.


4) Le geometrie dell’inganno -scrivi- filtrano in foglie che ho strappato al ciclo sempiterno delle ombre. Quali sono le ombre e le foglie a cui fai riferimento?
Le ombre e le foglie fungono da referenti naturali e contingenti alle esperienze del passato. È dal passato che parte la ricerca di senso e i componimenti della raccolta ne tracciano il percorso a ritroso, passo dopo passo. Le ombre scompaiono in assenza di luce per riapparire col sole; le foglie cadono per poi rinascere e il ciclo degli errori e delle gioie umane è sempre in funzione.


5) La poesia simboleggia la ricerca di un senso. E tale ricerca diventa rito dell’essere nel mondo. In questa fase della tua ricerca di senso, del tuo percorso poetico, dove pensi si trovi il senso della vita?
Il senso della vita sta nell’atto stesso della scrittura poetica, nel predisporsi a lasciarsi attraversare dal potere demiurgico della parola. Cosa ci resterebbe / del chiudere la soglia / di un solo abbraccio / in grado di salvare? (da “Ogni angelo – dicono- è rivoltoso”). Dall’abbraccio del verso col suo mondo di immagini e incanti all’abbraccio umano, tutto è catarsi, crescita interiore.

Nessun commento: