Alessio Baratta: un giovane poeta al
debutto
di
Bonifacio Vincenzi
Leggendo
le poesie di Alessio Baratta si viene subito in contatto con quella «freschezza»
che caratterizza gran parte della giovane poesia. Baratta è nato in Calabria, a Cariati, nel 1997 e questa sua
prima raccolta, Stelle scomparse all’improvviso, edita da Macabor Editore,
rappresenta già qualcosa di
significativo. Non a caso la prefazione al libro è di Rocco Taliano Grasso, un
poeta calabrese importante nel panorama della poesia italiana contemporanea.
«Tenere a battesimo – scrive Taliano
Grasso - un giovane poeta è senza dubbio un onore, ma anche una responsabilità.
Cosa si chiede comunemente al critico se non un giudizio di valore che si
accompagni a una visione dell’opera?
Il
pensiero non può che rifugiarsi nella famosa Lettera a un giovane poeta di Rainer Maria Rilke il quale risponde
mettendo in guardia che “nulla può toccare tanto poco un’opera d’arte quanto un
commento critico: se ne ottengono sempre più o meno felici malintesi.”»
Questi felici
malintesi, tuttavia, sono necessari a
rafforzare un’idea di poesia intesa come tessitura paziente di una realtà che
si carica di quella parte oscura che gravita nel profondo di chi scrive.
La poesia di
Baratta si muove tra le “nebbie di un mondo/ ancora in pezzi, senza resti.”;
cerca delle risposte, a volte le trova, a volte no, ma questo non intacca
minimamente la sua speranza di continuare a credere nella vita e nel futuro.
Baratta spesso si
scopre un equilibrista “sospeso tra le timide sillabe di una poesia/ e il tonfo
di un pugno contro al muro”.
La parete piena
di lividi che lui si sente di essere gli
fa avere un rapporto importante con la sofferenza che, per quanto possa essere
fastidiosa, alla fine, è il nutrimento necessario per far grandi i poeti che la praticano.
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