LA LOGICA MISTERIOSA DEI
CONTRATTEMPI
Dopo più di dodici anni di attesa esce finalmente con
LietoColle “Gli Scomparsi” di Maria
Grazia Calandrone
di Bonifacio
Vincenzi
In
una intervista del 2010 rilasciata a Michele Fianco, Maria Grazia
Calandrone alla domanda ( C’è
un’opera che avresti voluto pubblicare
e che o non è stata pubblicata o ha avuto vicissitudini editoriali
particolarmente difficili?),
così aveva risposto:
“Sì, in effetti c’è un libro inedito del 2004 che ha
vissuto una comica vicissitudine. Un anno dopo averlo concluso in un insolito
impeto di autopromozione lo mandai all’indirizzo postale Einaudi che trovai in
rete e dopo due mesi ricevetti la telefonata entusiasta di una redattrice che
mi comunicava che il volume aveva oltrepassato diversi stati di selezione. Poi,
il silenzio ricadde su Gli Scomparsi. Parlo e leggo da molti anni
da questo libro: si tratta di un volume su alcune storie tratte dal programma
televisivo Chi l’ha visto. Un anno più tardi ne pubblicai estratti
su "Nuovi Argomenti" e su "L’Almanacco dello Specchio"
Mondadori, che mi valsero la memorabile telefonata del redattore (a me
all’epoca vergognosamente sconosciuto) di una casa editrice, il quale mi
comunicava che l’opera, io volendo, sarebbe stata gloriosamente inserita nella
programmazione della casa editrice medesima. Dissi certo che sì, e ritenendola
cosa fatta lasciai il volume nelle loro mani per i successivi due anni: era
imminente la pubblicazione de La macchina responsabile con
Crocetti e non volevano giustamente sovrapporre le uscite, dunque Gli
Scomparsi sarebbe uscito nel 2008. Ma un anno e mezzo più tardi il
direttore della casa editrice ha sfortunatamente ritenuto opportuno chiudere i
battenti senza prima esaurire i titoli già in programma.”
Ora, dopo più di dodici anni di misteriose
vicissitudini Gli scomparsi esce finalmente con LietoColle in una collana
importante, la “Gialla Oro”, condivisa con un’istituzione altrettanto
importante, Pordenonelegge. Chissà, questi contrattempi avevano una loro logica
misteriosa che probabilmente capiremo meglio seguendo il percorso e il destino
del libro nei prossimi mesi.
Al di questo richiamo profetico la sensazione di
trovarsi davanti ad un libro importante appare già abbastanza evidente.
“Questo libro – scrive Maria Grazia Calandrone
nella “nota dell’autrice” - è dedicato
ad alcune vite incontrate grazie al museo dinamico dello schermo televisivo.
Televisione, internet, realtà virtuale: mezzi nei confronti dei quali la
scimmia nuda che siamo nutre sentimenti ancora sperimentali. Ma Chi l’ha visto? ha raggiunto la parte di
me più profonda e più viva, ovvero la rabdomante della poesia nella faccia più
cruda della realtà. (…)
Non
è mai un’operazione facile per un poeta, anche di grande talento, calarsi nella cruda realtà. Al di là della naturale disposizione alla poesia, delle capacità
espressive e delle forse intuitive nello scegliere, utilizzare e collegare le
conoscenze, ci vuole una buona dose di coraggio che alla Calandrone certo in
questo caso non è mancata.
Leggendo
queste sue poesie ci sembra di stare profondamente immersi nella realtà di alcune vicende che
conosciamo bene. In una sorta di miracolo di stile la sua poesia scivola sulla
pagina silenziosa e “crudele” come crudele è la realtà, la vita, il destino; come crudele e
implacabile è il corso del tempo che tutto muta, logora e sospinge verso l’inevitabile
scomparsa.
Chi l’ha visto? è, in un certo senso, una trasmissione
che ci è cara perché illumina spesso gli ampi spazi dell’oblio lottando
contro questa nostra disposizione, molto
“aiutata” in questi ultimi anni, bisogna dirlo,
da poteri forti e occulti, a lasciarci tutto alle spalle velocemente. Non è certo un’oscenità
affermare che la memoria collettiva di anno in anno si accorci sempre di più.
Ci avviamo a diventare in un tempo non molto lontano esseri senza più memoria.
Paradossalmente
i famigliari degli scomparsi sono gli unici che vanno controcorrente. Vivono, infatti, in una condizione di costante attesa e gli anni che passano, fino a quando il nodo
del dubbio non viene definitivamente sciolto,
rimangono accesi e vivi alleati del presente …
“Di mattina alle sette/ già stavo al
brefotrofio/ e mi hanno detto Non ci pensare, non tornare più, l’hanno portata/
via, né morta/ né viva. Io/ mi sono messa a sedere/ sulla panchina, non mi sono
più mossa/ per giorni.// Gli oggetti (maneggiati, amichevoli /volumi sotto
sequestro) parlano/ di lei sempre più solitaria e felice: lasciava/ gli orti di
guerra tenendo/ davanti agli occhi/ niente, solo la foto. (La rete con il
peso del glicine e il vento)
La
luce della poesia di Maria Grazia Calandrone
illumina esseri e vicende, si fa tempo che si
rinnova, si fa vita sulla pagina. Ciò che lascia è la traccia che uno sguardo, spesso
solitario, sentirà il bisogno di seguire
fino alla profondità del suo essere.
LietoColle
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