lunedì 23 maggio 2016

Oltre la curva del tramonto




La traccia dell’immortalità nella poesia di Aurora Cantini
di Bonifacio Vincenzi

“Il ritorno alla vitalità naturale – affermava qualche anno fa Andrea Zanzotto  quando ancora abitava la vita – si verifica soltanto quando si arriva al punto di cingersi intorno il paesaggio come se fosse un mantello che ci avvolge e ci aiuta a voltare le spalle a un passato negativo. È un’immagine di derivazione surrealista, ma ancora adesso inseguo il tentativo di portarmi addosso il paesaggio come se fosse un mantello leggerissimo, di fate, in realtà. Se riesco a intonarmi al paesaggio facendolo mio, vuol dire che la strada è positiva, che riesco a raggiungere uno sguardo libero verso il mondo.”


Certamente Aurora Cantini nella sua raccolta di poesia Oltre la curva del tramonto, pubblicata da LietoColle, riesce a raggiungerlo questo sguardo libero verso il mondo e lo fa  avvalendosi dell’intensità e della piacevolezza della Poesia:

I bambini del mondo sono come stelle,/ Si accendono ad uno ad uno,/ Ma a volte diventano buchi neri,/ Senza voce né sorriso.// I bambini del mondo sono come un biscotto,/ Solo briciole nelle mani dei grandi.// Ninna nanna per ogni bambino:/ Come dono un pezzo di cielo turchino,/ Una nuvola soffice e leggera,/ Un petalo di rosa rossa,/ Un velo verde sul prato,/ Una castagna dolce e marrone,/ Un sole giallo sul cuore,/ Un angelo bianco vicino,/ Un lettino con sopra un cuscino,/ Una lacrima da asciugare al mattino,/ Un abbraccio che scalda l’inverno.// Ninna nanna, bambini del mondo,/ sorrisi e giochi nel vento,/ Niente buio per i piccolini,/ Solo sogni azzurri e notti d’argento.// Sia ninna nanna portata col canto/ Per riscaldare mani e braccia che si levano in alto,/ A formare un cerchio sul filo del mondo.// Sssh! Dormono i bambini del mondo.” (Ninna nanna per i bambini del mondo)

Aurora Cantini insegue la pista di una visione fortemente legata ad uno sguardo carico di tutta la sua sensibilità di donna  e di essere umano. Leggendo questo brano tratto dall’introduzione della Cantini al suo libro la sua sensibilità traspare ancora più chiaramente:

“Sono legata alla mia terra di montagna come una radice sospesa, la sento vibrare in me in ogni respiro di vento, in ogni scricchiolare di foglia, in ogni sentiero nascosto.
Ho ascoltato le poesie degli alberi frondosi che muovendosi nel dolce tramonto estivo cullavano i miei sogni bambini, o quando, carichi di neve, svettavano al cielo e mi portavano fin lassù, nell’azzurro, con le loro lunghe dita di diamanti. Mi raccontavano, mi consolavano, mi inebriavano di vita, mi amavano teneramente, silenziosamente e per sempre, portandomi oltre la curva del tramonto, fino a raggiungere le stelle.”

La vicinanza a quell’espressione tanto cara a Zanzotto “ di cingersi intorno il paesaggio come se fosse un mantello” non può certo negarsi, cambia solo il modo di esprimerla. Da una parte la grandezza della poesia zanzottiana viva in un linguaggio indagatore molto attento all’essenzialità; dall’altra la poesia della Cantini impegnata nella ricerca di una dimensione ideale e che non riesce ancora a contenere una partecipazione straripante che di sicuro evita, senza rimpianti,  il rapporto definitivo con un velato distacco.

Il percorso del libro della Cantini, alla fine, è una ricognizione in un Luogo/rifugio dove le emozioni di dentro e quelle di fuori, fanno i conti con un’esistenza spesso incapace di cogliere dal Bello quella traccia di immortalità che farebbe tanto bene all’Anima.

Immagini in ordine di apparizione: 1. Copertina del libro; 2. Andrea Zanzotto; 3. Aurora Cantini

LietoColle

http://www.lietocolle.com/shop/collane-collana-blu/cantini-aurora-oltre-la-curva-del-tramonto/

Nessun commento: