venerdì 19 febbraio 2016

Golena






Elia Malagò, una delle voci femminili più autentiche della poesia italiana
di Bonifacio Vincenzi

Può darsi che mi sbagli ( e me lo auguro davvero) ma c’è  un protagonista del mondo poetico del secondo Novecento che non viene ricordato abbastanza per quello che è stato il suo impegno, la sua passione e il suo importante contributo dato, soprattutto come editore, alla poesia italiana, e questo protagonista è sicuramente Giampaolo Piccari e la sua Forum/Quinta Generazione.

Paradossalmente – come lo stesso Piccari amava sottolineare – la casa editrice Forum/Quinta generazione era nata per fornire libri alla rivista mensile di poesia “Quinta generazione”; due per ogni numero, presentati dagli addetti ai lavori nell’apposita rubrica “I Volumi”. La formula si era rivelata felice e aveva diversificato Quinta Generazione da ogni altra rivista letteraria italiana.

Dopo la scomparsa di Piccari, col passare degli anni, l’importanza della Forum/Quinta generazione non è stata, a mio avviso, sottolineata sufficientemente. Eppure la Forum fu luogo di incontro per molti poeti che con gli anni sarebbero diventati importanti. Pubblicarono con Piccari, tanto per fare alcuni nomi, Paolo Ruffilli, Ennio Cavalli,  Marta Bener, Stefano Lanuzza, Carlo Rao, Alessandro Bianco, Franco Cajani, Silvio Raffo, Renzo Nanni, Albarosa Sisca, Davide Rondoni. Ma l’elenco è ancor più lungo e significativo.



Sicuramente una presenza molto attiva nel progetto di Giampaolo Piccari è stata Elia Malagò. Ha fatto parte del gruppo dei Collaboratori di Quinta generazione. Il suo Saranno gli altri a testimoniare ( un volumetto di 48 pagine, non accluso, però, alla rivista) ha aperto nel 1969 la collana “Quinta generazione/Poesia” diretta dallo stesso Piccari. In questa stessa collana sarebbero usciti poi nel 1970 I discorsi di sempre; Di un’impossibile maturità nel 1975; Buffa sonagliera nel 1978. Pita pitela, forse una delle raccolte di poesia più belle di Elia Malagò, era invece uscita nel 1982 nella bellissima collana “Quinta generazione/poesia80”. Non solo. La Malagò ha avuto il privilegio di aprire nel 1968 anche le pubblicazioni nella collana “Quinta generazione/ racconti” con i suoi Dieci racconti. E nel 1973 nella collana “Quinta generazione/romanzo” era stato inserito il suo romanzo La casa grande.


LietoColle, per certi aspetti, ricorda un po’ “Forum/Quinta generazione”, soprattutto per la competenza e il rigore nelle scelte dei poeti da pubblicare. E Michelangelo Camelliti è forse l’unico editore di poesia italiano che è riuscito a coprire il vuoto lasciato dopo la scomparsa di Giampaolo Piccari.

E fa sicuramente piacere constatare che l’ultima raccolta di poesia di Elia Malagò, Golena, sia stata proprio pubblicata da LietoColle.

“ La Golena è quella striscia di terra tra un arginello di  contenimento di Po – che è sempre letto suo – e l’argine maestro, quello che difende i nostri paesi della bassa -  bassa dall’acqua che è più alta delle case. Paesi benedettini e matildici fino alle bocche del Polesine che in inizia all’altezza di casa mia, “ di là dalle acque”. Lì si coltivano filari di pioppi e c’erano case per lo più bovarili. Dopo l’alluvione del ’51, che è il primo ricordo della mia infanzia, dalla golena siamo usciti, riconoscendola terra di Po e le case sono diventate negli anni casematte. Che hanno accolto le nostre incursioni di bambini e adolescenti. Ecco tutto quello che c’è da sapere del luogo. Le parole sono del 2012 e sono il diario di un dolore; le interrompe il terremoto del 20 maggio.”
Così spiega ai suoi lettori in una nota il suo nuovo incontro con la poesia.


“Se la Malagò – scriveva qualche decennio fa Gino Baratta – sembra cedere al non viaggio, al non partire, pervicacemente insiste invece su una sostanza di voce, pur se di volta in volta contrastata, messa in dubbio. E questo essere la voce interamente contrastata costituisce il carattere spesso aspro, del registro linguistico della Malagò (…) Il linguaggio è di volta in volta scandagliato, spezzato, come smembrato nelle sue fibre, esposto nel suo costituirsi (…).”

La stessa sostanza di voce contrastata, messa in dubbio la incontriamo anche in Golena

Ci sono dolori che ti impiccano e una parola/ che non sale// - il diaframma sotto una pietra che solo aspetti/si sfilino le corde per sentirla cadere e invece/ resta in un’attesa che si tiene e/ tiene te e i tuoi annegamenti sotto il pelo dell’acqua/ tra girini e sabbia densa/ abbassa la soglia e l’aria che hai te la fai bastare -// contenere il terremoto della pancia/ il sobbalzo della testa e il dolore a raggiera/ che allarga lobi e cerchi ma ancora può farcela/ in una trincea condivisa.// Sono i richiami che ti fanno tornare/ perché non potresti stare altrove// le talee da orto a orto e/ tra parole disseminate a fior di labbra/ qualcuna che vie da lontano/ a scuotere i tigli dietro il comune.” (da orto a orto).

Sono tante le parole che vengono da lontano in questa raccolta e portano l’anima di un tempo che solo la Poesia sa riconoscere.

Immagini in ordine di apparizione: 1. Copertina del libro; 2. Elia Malagò; 3. Michelangelo Camelliti ( al centro); 4. Gino Baratta


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