Il battito del
fluire nella poesia di Carla Vidussi
di
Bonifacio Vincenzi
La
poesia e la vita. La poesia e i sogni. La poesia e la realtà. La poesia e il
viaggio. E poi? Poi c’è la pagina, c’è il mondo che ci portiamo dentro. Non ha
importanza dove siamo e quanto abbiamo imparato a dimenticare: il nostro mondo
è lì dentro di noi, pronto a sostenerci o a condannarci.
È
sicuramente una raccolta di poesia che ho amato molto questa di Carla Vidussi, Riflessioni sugli spazi da riempire (Macabor
Editore, 2017). Le ragioni possono essere tante ma sono legate comunque al mio
particolare sentire che, ad una carezza di sguardo, si incontra con la vita, l’anima
di chi scrive. La grande magia della
lettura e del libro.
Ma
torniamo alla Vidussi che ci ha tenuto, in una nota, a dare delle coordinate ai suoi lettori per
accompagnarli nel viaggio della sua anima:
“Ogni
volta che scrivevo, quando scrivevo queste poesie, mi sentivo così piena di
qualcosa dentro, pronta a esplodere, a correre tre volte intorno alla città, a
bere quattro caffè di fila… mi spiego? Mi sentivo, a volte, un po’ come quando
Hemingway parlava dell’Africa e diceva di sentirsi felice “come ci si sente
quando si è stati con una donna che si ama veramente, quando, svuotati, lo si
avverte che rinasce e gonfia su di nuovo, è lì e non si potrà avere del tutto
ma pure quel che c'è ora si può avere, e se ne vuole sempre di più, per averlo ed
essere e viverci dentro, per possederlo ora di nuovo e per sempre…”. Pazzesco,
no? In nessun modo sto cercando di paragonarmi a Hemingway, però, se vale
qualcosa, volevo dire che quando scrivevo queste poesie ero spinta da
un’urgenza simile. L’onesta urgenza del bisogno di esprimersi, questo è quello
che ho da offrire.”
L’onesta urgenza
del bisogno di esprimersi, questo è quello che ho da offrire.
Ed
è già offrire tanto di sé nel battito del fluire di un’anima incapace di
mentire.
È
un libro bellissimo da leggere assolutamente.
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