Daniela Pericone:
nell’oscuro
intervallo, la poesia
di
Bonifacio Vincenzi
Io sono la pausa fra due note che formano
un vero accordo;
cosa affatto rara,
perché la nota della morte tende a
dominare:
Ma le due si riconciliano nell’oscuro
intervallo, tremanti;
e la canzone resta immacolata.
Rainer Maria Rilke ovvero quando la poesia raggiunge le
alte vette. Per questo inizio, per questo nuovo viaggio nel cuore di una donna
e della sua poesia: Daniela Pericone.
Nel
suo ultimo libro, L’inciampo (Premio
Francesco Graziano 2016), pubblicato da L’Arcolaio,
la parola, racchiusa nel proprio stupore, nell’oscuro intervallo si muove, si interroga, tende ad aprirsi e
chiudersi in uno spazio che abbaglia per poi ritirarsi nella profondità:
l’ultima nota ancora smuove
un’aria immota greve di quiete
di presentita veniente non vita
il fine ultimo non è che la fine
dardo inarcato sin dagli esordi
verso l’istante che rabbuia
a ogni seme di nuova arsura
quanto serrare forte di pugni
quanto implorare selve di fiati
nudo sull’osso lo sguardo
senza velami né terrori
solo un adagio e scivoli fuori
Il linguaggio del pensiero, del cuore, dell’ansia, del
canto poetico verso un’unica direzione, nell’oscuro intervallo, turbati soltanto dall’irruenza dei ricordi, una
distrazione, un inciampo, per l’erranza.
Daniela Pericone con la sua saggezza dagli occhi pieni di lacrime, citando
un verso di René Char, chiede alla poesia quella verità che non si può e non si
deve accettare, la chiede, pur sapendo che la vita ha le sue regole, i suoi
segreti ed è intollerante alla sentenziosità e all’ inconoscibile e, spesso,
completamente assente:
(…) la vita è altrove – ma non sul piano
lungo e malioso dell’orizzonte
la vita è dentro – giù nel fondale
di spesse nubi d’un volo che tace (…)
Altre parole non servono, ultima a parlare sia, ancora,
la Poesia:
Dentro
bisogna entrare dentro
affondare il volto dentro l’acqua
non è come dicono
che si deve spingere e lottare e sbracciare
per restare a galla
piuttosto scivolare per sopravvivere
assaggiare l’abisso
guardarlo a occhi salati e spalancati
sentire che si muove d’inedia
in superficie che andare verso il fondo
è risalire
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