Il segreto delle fragole, l’agenda poetica del 2016 da regalare a
Natale a noi stessi e agli amici più cari
di
Bonifacio Vincenzi
Come giustamente scrive
G.S. Marden “se un abitante di qualche altro pianeta venisse a visitarci,
probabilmente penserebbe che la nostra popolazione è tutta in moto per qualche
meta lontana,per qualche altra destinazione, e che il luogo dove per caso vive
è semplicemente una tappa. (…) Il visitatore troverebbe pochissime persone
viventi veramente in quel momento e in
quel luogo. Troverebbe che lo sguardo della massima parte di esse è rivolto
a qualche cosa al di là, a qualche cosa ancora da venire.”
Nessuno ha più tempo. Gran
parte della popolazione di questo pianeta è in fuga. Tutti corrono. Tutti sono
schiavi della propria agenda giornaliera. Imperativo categorico: rispettare gli
appuntamenti, costi quel che costi.
Chissà se Michelangelo
Camelliti, quando molti anni fa iniziò la pubblicazione dell’agenda poetica Il segreto delle fragole, non lo fece
pensando a un modo per favorire un momento raccoglimento, stampando a fianco
della nostra pagina degli appuntamenti settimanali, sempre una bella e significativa poesia.
Comunque, al di là di
questo, quello che è importante sottolineare, è che ogni anno l’agenda poetica Il segreto delle fragole ritorna con
nuove poesie e nuovi temi.
Il tema de Il segreto delle fragole 2016
(LietoColle) sembra essere stato pensato per risvegliare il cuore: essere generosi. E credo che la
riflessione nella breve nota introduttiva sia una buona opportunità per farci
comprendere molte cose:
“La generosità non è una virtù individuale, ma
un dono che entra a far parte della dotazione morale e spirituale di quello che
si chiama carattere. È un capitale con cui arriviamo sulla terra, che si è formato
prima della nostra nascita e che si alimenta della qualità delle relazioni nei
primissimi anni di vita. È influenzata dai Poeti che hanno nutrito il cuore
della mia famiglia. Dalle preghiere della mia gente, dai musicisti che amo e
ascolto, dai cantastorie nelle feste di paese, dai discorsi e dalle azioni dei
politici, dalle omelie dei predicatori. Dai martiri di tutte le resistenze, da
chi ieri ha donato la sua vita per la mia libertà di oggi. Dalle generosità
infinite delle donne che molte volte hanno messo la fioritura della famiglia a
cui hanno dato vita prima della propria – e continuano a farlo. La generosità
genera riconoscenza per chi ci ha resi generosi con la sua generosità.
Vivere
con persone generose ci rende più generosi – proprio come accade con la
preghiera, con la musica, con la bellezza …. Coltivare la generosità produce
molti più effetti di quelli che riusciamo a vedere e a misurare. La radice
dell’essere generosi è la Poesia.”
Gerald Jampolsky sosteneva che “dare e ricevere
sono in verità una cosa sola.” Aveva perfettamente ragione. Essere generosi
verso qualcuno è un bene che facciamo a noi stessi prima che agli altri.
Un’altra considerazione importante da fare è che il
primo ad essere generoso in questa operazione editoriale è stato proprio
l’editore. Il segreto delle fragole anno per anno è stato sempre curato
da poeti importanti della scena italiana. Quest’anno Michelangelo Camelliti,
con un atto di grande generosità, ha affidato la curatela a quattro giovani
poeti italiani: Clery Celeste, Tommaso Di Dio, Giulia Rusconi e Giulio Viano.
Anche per significare simbolicamente i cambi di
stagione, ognuno dei giovani curatori ha scritto una nota in corrispondenza
delle date in cui convenzionalmente accadono equinozi e solstizi, il 21 di
marzo, giugno, settembre e dicembre.
Clery
Celeste, aprendo l’equinozio di primavera, così scrive:
Per essere noi stessi, dobbiamo avere
noi stessi – possedere, se necessario ri-possedere, la storia del nostro
vissuto. L’uomo ha bisogno di questo racconto, di un racconto interiore
continuo, per conservare la sua identità, il suo sé.
Questo ci dice Oliver Sacks riguardo il concetto di
identità.
La poesia quindi diventa affermazione di noi
stessi, ci permette di scendere quei gradini interiori che ci portano nelle
profondità più nascoste dell’umano e dell’universale. La lettura di testi
altrui è la forma più onesta di umiltà, ci si affaccia all’abisso di qualcun
altro e attraverso questa sorta di discesa si trattiene il verso e lo si fa
diventare proprio.
Lo si conquista con la pazienza e l’ascolto. Ecco
perché, caro lettore, è così importante questo progetto: ogni giorno puoi
scendere di un gradino dentro di te con questa torcia di versi nelle mani.
Improntata sull’umiltà dell’ascolto è anche la nota
di Tommaso Di Dio al Solstizio
d’estate:
Un
anno di poesie accompagnerà il lettore; ma cosa è una poesia? Un verso fra i
tanti potrà smuovere una riflessione, un sentimento, provocare un
rispecchiamento, un ritrovarsi ancora prossimi e vicini ad una parola umana che
prima non si conosceva e attraverso cui un volto, una vita, una via si
disegnerà nella mente del lettore. La civiltà della poesia passa anche da
questa minima, semplicissima, umiltà di ascolto e di partecipazione. L’umano è
tale perché vive nelle parole e fin quando sarà in grado di trovare nel
linguaggio, sia esso povero o ricco, forte o debolissimo, l’atto fondamentale
della propria esistenza. Cosa sia una poesia non è dato saperlo, perché la
poesia non è scoperta, atto di appropriazione di una verità data una volta per
tutte; ma continua interrogazione e stupore e capacità di ascolto nell’altro di
se stesso. Auguro a questo lettore che non conosco, ogni bene e infine la forza
di credere in questa ricerca di sé attraverso l’estraneo che arriva alla sua
porta.
Giulia
Rusconi, invece, apre l’Equinozio d’autunno con una visione disincantata ma
aperta comunque alla speranza:
Che
la poesia non salverà il mondo è chiaro a tutti, che sia considerata spesso
meno del meno di niente è ahinoi evidente, esclusa dai grandi numeri, dalle
conversazioni, relegata nello scaffaletto in fondo nelle librerie. Proprio per
questo trovo sia un grande regalo poter ospitare la poesia nella nostra vita di
tutti i giorni, e portarcela appresso, custodirla come un gioiello. Qualche
verso resta impigliato nelle teste, spunta fuori all’improvviso mentre
prendiamo l’autobus, mentre facciamo la spesa o quando la sera allunghiamo le
gambe sul divano, e ci rincuora, ci consola, ci fa vibrare.
Restarsi
dentro / non vuol dire chiudere fuori, / è l’ascolto del mondo, l’apertura,
scrive Maddalena Lotter (PordenoneLegge – Lietocolle, 2015): questo nostro
intimo legame con i versi non è un passatempo demodé, tutt’altro, è continuare
ad avere un occhio vivo su ciò che accade, un orecchio vigile e all’erta che sa
ascoltare, soprattutto un cuore che sa ancora accogliere, e fermarsi a
comprendere le cose, e, infine, averne cura.
Generosità come saggezza e maturità interiore ma
anche come chiamata per armarsi di coraggio e valicare i limiti dell’egoismo è
un po’ il senso della nota di Giulio
Viano al Solstizio d’Inverno:
Essere
generosi: la sfida dell’espandersi, respiro stesso della Creazione.
Si
parla di una chiamata, una chiamata a valicare limiti, visibili o invisibili
che siano: la barriera del tempo, nel ricordo di chi ha plasmato la nostra
vita, prima di congedarsi da questo mondo; la barriera del singolo,
nell’azzardo di amare; la barriera della terra e del mare …
Che
sia un aprire di braccia verso un Ulisse lacero di guerre o un aprire di ali
nel dividere un sogno come si spezza il pane, quest’azione richiede uno
smarrirsi, un Solve verso un altro stato, dove non ritroveremo i precisi,
rassicuranti confini che ci delimitano e ci identificano.
Dalla
vita di ogni giorno al silenzio di un enigma, l’inoltrarsi chiede sempre una
fine – doppia fra il qui e l’oltre, come in uno specchio. Coraggio di
specchiarsi chiama esterno, esterno chiama ciò che lo attraversa. Terra
incognita da guardare negli occhi, costi quello che costi: che sia proprio
questo, l’essere generosi, comunque lo si declini?
Come
lungo un sentiero di montagna, ognuno dei poeti che leggerete ha deposto il suo
sasso, inciso dal suo sentire. Al soffiare del vento delle pagine, sentirete di
vele, di onde e di sogni; della morte e di chi chiede il perché; di aneliti
leggeri come petali e di sensi straziati. E un ritorno a ciò che era e sarà,
verso l’Itaca che dorme nell’anima, attendendo il coraggio di aprire la
crisalide.
Buona
lettura e buone rotte sempre, a ciascuno di noi.
Sessantatre poesie, numerosi aforismi intorno al
tema della generosità, dei grandi
scrittori del passato, foto molto significative, sottolineano la piena
legittimità culturale, artistica e profondamente umana de Il segreto delle
fragole, un’agenda poetica da regalare a Natale a noi stessi e agli amici più cari affinché
l’anno che verrà sia davvero l’opportunità per un viaggio ideale a favore di
una magica avventura dell’anima.
Foto in ordine di apparizione: 1. Copertina de Il segreto delle fragole; 2.
Michelangelo Camelliti (al centro); 3.Clery Celeste; 4.Tommaso Di Dio; 5. Giulia
Rusconi; 6. Giulio Viano.
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