VADO
VIA COI GATTI…
Un
libro di Maria Grazia Ferraris
sulla figura e l’opera di Gianni Rodari
sulla figura e l’opera di Gianni Rodari
di Alberto
Palazzi
Accattivante
a partire da quel titolo sibillino: “Vado via coi gatti ... La voce multiforme
e multisonante di Gianni Rodari. Interventi critici (2004-2018). Macabor
Editore. Francavilla Marittima CS. 2019.”. Raffinato nella scelta editoriale.
Ma soprattutto un libro che suscita interesse: ho letto con particolare
attenzione ed ho anche riletto. A
giustificare questa mia persistenza hanno contribuito diversi fattori:
sicuramente ha giocato la mia affezione per Gianni Rodari, uno scrittore che
spesso mi sono portato sul comodino, sicuramente la simpatia che nutro per
un’autrice che da tempo collabora ad una rivista che ho il piacere di condurre
(Menta e Rosmarino),ma se tanto a lungo mi sono soffermato non posso
disconoscere la vera ragione: è un libro che “prende”.
Concedersi alle riflessioni di Maria Grazia Ferraris è quasi sempre un piacere perché non sono mai buttate là in modo estemporaneo, ma documentate e vagliate alla luce della sua profonda cultura letteraria; per di più ella possiede la capacità di farsi leggere, uno di quei doni per avere il quale non bastano ne’ l’intelligenza, ne’ la cultura, ne’ l’applicazione, ne’ l’esperienza. Si tratta di una misteriosa “Grazia” (e scusate il gioco di parole) che qualcuno possiede e altri no.
Avevamo già avuto modo di conoscere queste qualità in altre pubblicazioni e tra le tante mi piace ricordare “Lettere mai spedite”, “Occhi di donna”, “Marina Cvetaeva”, “Il Croconsuelo e altri racconti”, “La luna giocosa”, questi ultimi due libri nelle edizioni di Menta e Rosmarino.
In questa raccolta di scritti su Rodari, che costituiscono forse il segmento più importante della sua poliedrica attività di critica letteraria, l’autrice ripercorre il “Rodari” reso celebre dai suoi scritti per l’infanzia, ma soprattutto ne scopre e ne documenta un altro, meno conosciuto e per questo più intrigante: il Rodari scrittore per adulti.
L’accostamento ai futuristi e ai surrealisti, poi a Prévert e soprattutto a Calvino, segna il tratto più importante del suo giudizio critico e la sottigliezza delle sue motivazioni, unita a una appassionata intensità di narrazione, ne fanno un testo che mi sento di consigliare a chi intende inquadrare la figura di Rodari al di là dei canoni critici tradizionali.
D’accordo: non è che una raccolta di “articoli pubblicati in varie riviste del territorio” – afferma l’autrice. Eppure ne esce un quadro esaustivo della personalità dello scrittore, anche con riferimento ai suoi interessi culturali, linguistici e sociali.
Un libro che nel centenario della nascita di Gianni Rodari (2020) non potrà mancare sulla scrivania dei suoi più affezionati lettori- anche e soprattutto perché può diventare punto di partenza per nuovi sviluppi nello studio dell’autore.
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