FRANCESCA RIZZUTO
Francesca Rizzuto nasce nel 1973 a Castrovillari dove oggi vive e lavora.
Ha all’attivo diverse mostre.
2006: espone nell’ambito della IV mostra documentaria di pittori e fotografi castrovillaresi presso il proto convento francescano,sala delle arti.
2006: collettiva presso il circolo cittadino , Castrovillari.
2007:”lilith , l’altra faccia della luna” mostra personale ,museo civico San Marco Argentano.
2007: mostra personale nell’ambito del settembre culturale francavillese sala delle arti, Civita.
2007: prima classificata nel quarto concorso nazionale letterario artistico sull’amore “la voce del cuore”, Città di Montepaone.
2008:collettiva di arte contemporanea “profili di donna” a cura di Ombretta Gazzola,Palazzo San Bernardino, Rossano.
2008: Giano “ incontri con l’arte “ VI appuntamento a cura di Bonifacio Vincenzi.
Le sue opere sono presenti in numerose copertine di libri e riviste.
Ha all’attivo diverse mostre.
2006: espone nell’ambito della IV mostra documentaria di pittori e fotografi castrovillaresi presso il proto convento francescano,sala delle arti.
2006: collettiva presso il circolo cittadino , Castrovillari.
2007:”lilith , l’altra faccia della luna” mostra personale ,museo civico San Marco Argentano.
2007: mostra personale nell’ambito del settembre culturale francavillese sala delle arti, Civita.
2007: prima classificata nel quarto concorso nazionale letterario artistico sull’amore “la voce del cuore”, Città di Montepaone.
2008:collettiva di arte contemporanea “profili di donna” a cura di Ombretta Gazzola,Palazzo San Bernardino, Rossano.
2008: Giano “ incontri con l’arte “ VI appuntamento a cura di Bonifacio Vincenzi.
Le sue opere sono presenti in numerose copertine di libri e riviste.
INTERVISTA A FRANCESCA RIZZUTO
di Pierino Gallo
Ciao Francesca, vorrei porti alcune domande che riguardano molto da vicino la tua persona di artista e il tuo modo di comporre. Innanzitutto, come ti proponi alla materia informe prima ancora di imprimerla sul legno?
Certamente la materia è informe, ma, allo stesso tempo, è un magma incandescente contenente infiniti e oscuri significati: aspetta solo le mani che la plasmeranno e la attualizzeranno per vivere nuove forme. Il mio rapporto con essa è incentrato sul bisogno fisico di manipolarla, e, come ho già detto in altre occasioni, la materia non è altro che una forza oscura dotata di molteplici attitudini.
Da poco tempo hai ricevuto dalla Aljon Editrice l’incarico di realizzare le copertine della nuova collana di poesia “L’Agave”. Cosa pensi di questa nuova missione artistica?
È una bella avventura. Mi dà modo di sperimentare attraverso l’opera scritta da altri nuove emozioni e suggestioni. Così facendo, posso viaggiare in nuovi campi dell’anima.
Quanta importanza riveste per te la parola poetica? Molti artisti insistono nel vederla accostata come magia fonica all’armonia visiva di colore e forma. Condividi anche tu questo punto di vista?
Ritengo che la parola e la forma siano indissolubilmente legate tra loro. Entrambe servono a “creare” delle emozioni, non a caso alcune delle mie opere sono rafforzate dall’accostamento delle parole, per conferire maggiore forza al messaggio visivo.
Concepisci i tuoi lavori singolarmente o ne prevedi già prima una serie completa? Le maschere o le porte, ad esempio, sembrano creare per coerenza di tema delle vere e proprie sequenze…
Reputo necessario, innanzitutto, fare una distinzione tra quelle che sono le mie opere istintuali e quelle meditate. Sicuramente la sequenza la prevedo nelle opere meditate, quando mi prefiggo il compito di analizzare in tutte le sfaccettature quella che può essere una situazione, una caratteristica comportamentale, un concetto “neutro”, da riempire in base al proprio vissuto emozionale.
La tua arte – lo dimostrano le tue composizioni – si muove continuamente su un processo dialettico fatto di contrari: vero/falso, solido/liquido, legame/(s)-legame (in riferimento alla copertina da te realizzata per la raccolta poetica Insondabili nodi di Roberto Borghetti). Vedi, forse, dietro questo modo di concepire il mondo la speranza di una risoluzione degli opposti anche nel contesto reale?
Credo che la risoluzione non sia mai definitiva. Ragionando in termini puramente antropomorfici, penso che l’unica strada sia quella del “giusto mezzo”. Cerco di trovare il giusto equilibrio che si collochi a metà tra gli estremi.
Certamente la materia è informe, ma, allo stesso tempo, è un magma incandescente contenente infiniti e oscuri significati: aspetta solo le mani che la plasmeranno e la attualizzeranno per vivere nuove forme. Il mio rapporto con essa è incentrato sul bisogno fisico di manipolarla, e, come ho già detto in altre occasioni, la materia non è altro che una forza oscura dotata di molteplici attitudini.
Da poco tempo hai ricevuto dalla Aljon Editrice l’incarico di realizzare le copertine della nuova collana di poesia “L’Agave”. Cosa pensi di questa nuova missione artistica?
È una bella avventura. Mi dà modo di sperimentare attraverso l’opera scritta da altri nuove emozioni e suggestioni. Così facendo, posso viaggiare in nuovi campi dell’anima.
Quanta importanza riveste per te la parola poetica? Molti artisti insistono nel vederla accostata come magia fonica all’armonia visiva di colore e forma. Condividi anche tu questo punto di vista?
Ritengo che la parola e la forma siano indissolubilmente legate tra loro. Entrambe servono a “creare” delle emozioni, non a caso alcune delle mie opere sono rafforzate dall’accostamento delle parole, per conferire maggiore forza al messaggio visivo.
Concepisci i tuoi lavori singolarmente o ne prevedi già prima una serie completa? Le maschere o le porte, ad esempio, sembrano creare per coerenza di tema delle vere e proprie sequenze…
Reputo necessario, innanzitutto, fare una distinzione tra quelle che sono le mie opere istintuali e quelle meditate. Sicuramente la sequenza la prevedo nelle opere meditate, quando mi prefiggo il compito di analizzare in tutte le sfaccettature quella che può essere una situazione, una caratteristica comportamentale, un concetto “neutro”, da riempire in base al proprio vissuto emozionale.
La tua arte – lo dimostrano le tue composizioni – si muove continuamente su un processo dialettico fatto di contrari: vero/falso, solido/liquido, legame/(s)-legame (in riferimento alla copertina da te realizzata per la raccolta poetica Insondabili nodi di Roberto Borghetti). Vedi, forse, dietro questo modo di concepire il mondo la speranza di una risoluzione degli opposti anche nel contesto reale?
Credo che la risoluzione non sia mai definitiva. Ragionando in termini puramente antropomorfici, penso che l’unica strada sia quella del “giusto mezzo”. Cerco di trovare il giusto equilibrio che si collochi a metà tra gli estremi.
Francesca Rizzuto
Percorsi casuali
(Particolare)
Nessun commento:
Posta un commento